RAMIN BAHRAMI, pianoforte

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DOMENICA 6 GIUGNO • ORE 17.30
Teatro Sociale Delia Cajelli
Via Dante Alighieri 20, Busto Arsizio (VA)

RAMIN BAHRAMI, pianoforte
Malinconia

SCARLATTI               Sonata in re minore L. 423 K.32
CHOPIN                     6 Mazurke: Op. 30 n.2 si min., Op. 63 n.3 do diesis min.,
                                   Op. 67 n.2 sol min., Op. 30n. 4 do diesis min., Op. 68 n.4 in Fa min.,

RACHMANINOV        Élegie in mi bemolle minore op. 3 n.1
SCRIABIN                  Studio in do diesis minore op. 2 n.1
MOMPOU                  Cançon y Danza n.6
SIBELIUS                   Valse triste op. 44 n. 1
LISZT                         Élegie n. 2S.197
BACH                         Partita n. 3 in la minore BWV 827
                                   Fantasia – Allemande – Corrente – Sarabande- Burlesca – Scherzo – Gigue

Concerto realizzato con il sostegno di Autocentauro – www.autocentauro.it


 

La “malinconia” (o “melancolia”) è uno stato d’animo dell’essere umano particolarmente tipico dell’artista, che spesso ispira grandi opere d’arte e composizioni. Da Aristotele alla moderna psicanalisi è un tema che ha attirato l’attenzione di scrittori, fi losofi , artisti, poeti, scienziati, psicanalisti, registi. Prendendo spunto dalla celeberrima incisione di Albrecht Dürer risalente al 1514, Ramin Bahrami disegna un percorso musicale affascinante e intenso attraverso le immortali pagine scelte fra quelle dei più grandi compositori “melanconici”, da Domenico Scarlatti a Scriabin, da Chopin a Mompou e Rachmaninov senza dimenticare Bach. Così, dopo aver ampiamente esplorato ed eseguito quasi esclusivamente il repertorio del genio di Eisenach, nel suo nuovo progetto il pianista iraniano si allontana per la prima volta dall’alveo bachiano per affrontare compositori diversi, anche molto distanti cronologicamente. Il progetto “Maliconia” è diventato un album pubblicato nel maggio 2020. “Ramin Bahrami scompone la musica di Bach e la ricompone in modi che risentono di un modello, Glenn Gould, senza veramente assomigliare al modello. Io gli ho insegnato a sopportare il morso, ma non l’ho domato; e spero che continui ad essere com’è” – Piero Rattalino. 

Ramin Bahrami è considerato uno dei più interessanti interpreti di Bach al pianoforte. Dopo l’esecuzione dei Concerti di Johann Sebastian Bach a Lipsia nel 2009 con la Gewandhausorchester diretta da Riccardo Chailly, la critica tedesca lo considererà: “un mago del suono, un poeta della tastiera… artista straordinario che ha il coraggio di affrontare Bach su una via veramente personale”. (Leipziger volkszeitung). Ramin Bahrami  incide in esclusiva per Decca-Universal. I suoi CD sono dei best seller e riscuotono sempre molto successo di pubblico e di critica tanto da indurre il Corriere della Sera a dedicargli una collana apposita per 13 settimane consecutive. È entrato cinque volte nella classifi ca top 100 dei dischi più venduti pop di Gfk. Le sue registrazioni vengono regolarmente trasmesse dalle maggiori emittenti internazionali. Ramin Bahrami ha scritto due libri per Mondadori e un terzo edito da Bompiani dal titolo “Nonno Bach”. È stato insignito del premio “Mozart Box” e il Premio “Città di Piacenza–Giuseppe Verdi” dedicato ai grandi protagonisti della scena musicale, riconoscimento assegnato prima di lui a Riccardo Muti, José Cura, Leo Nucci e Pier Luigi Pizzi. Ha inoltre ricevuto la cittadinanza onoraria dalle città di Catania e Palermo e il sigillo dall’Università di Sassari.