Ramin Bahrami e Danilo Rea

LUNEDÌ 29 GENNAIO 2018 • TEATRO SOCIALE
ore 20.30
La Musica linguaggio universale per tutti i popoli
ANGELO LORENZO CRESPI (giornalista)

dialoga con RAMIN BAHRAMI e DANILO REA
ore 21.00
RAMIN BAHRAMI e DANILO REA “Bach is in the air”

“Bach is in the air” nasce da un piccolo miracolo: l’incontro tra Ramin Bahrami, sommo interprete bachiano,
e Danilo Rea, pianista improvvisatore con alle spalle un passato di studi classici, che intuisce ancor prima che
questo miracolo accada, la genialità di poterlo realizzare. Ma la cosa più incredibile è che per la prima volta
nella storia della musica, attraverso l’improvvisazione, Danilo rivoluziona e crea un intreccio insolubile con le
versioni originali di Bach-Bahrami. Un progetto che rappresenta un unicum, verrebbe da dire inimitabile:
la specializzazione di Bahrami insieme all’estro e alla fantasia, mai fi ni a se stessi, di Rea. Una rivisitazione
che non intende certo tradirne il messaggio – Bach sa difendersi da solo-, ma semmai di coglierne lo spirito
contemporaneo e gettare un ponte verso orecchie abituate diversamente, che negli intendimenti del duo
servirà solo a dare ulteriore diffusione a questo gigante, che a tre secoli di distanza mantiene tutta la sua
attualità.

Programma

J. S. BACH
Aria, BWV 988 (dalle Variazioni Goldberg)
Jesus bleibet meine Freude, BWV 147
Preludio in si minore, BWV 855a (Bach – Siloti)
Preludio in do maggiore, BWV 846 (dal Clavicembalo ben temperato, Libro I)
Aria sulla IV corda (dalla Suite no. 3 in re maggiore, BWV 1068)
Minuetto in sol maggiore, BWV 114 (dal Piccolo libro di Anna Magdalena Bach)
Preludio in do minore, BWV 847 (dal Clavicembalo ben temperato, Libro I)
Sarabanda (dalla Suite inglese no. 3 in sol minore, BWV 808)
Sinfonia no. 11 in sol minore, BWV 797
Siciliano (dalla Sonata per fl auto in mi bemolle maggiore, BWV 1031)
Sarabanda (dalla Partita no. 1 in si minore, BWV 1002)

RAMIN BAHRAMI è considerato uno tra i più
importanti interpreti bachiani viventi a livello
internazionale. Dopo l’esecuzione dei Concerti di J.S.
Bach a Lipsia nel 2009 con la Gewandhausorchester
diretta da Riccardo Chailly, la critica tedesca lo
considererà: “un mago del suono, un poeta della
tastiera… artista straordinario che ha il coraggio di
affrontare Bach su una via veramente personale…”
(Leipziger Volkszeitung). La ricerca interpretativa
del pianista iraniano è attualmente rivolta alla
monumentale produzione tastieristica di Johann
Sebastian Bach, che Bahrami affronta con il rispetto
e la sensibilità cosmopolita della quale è intrisa la sua
cultura e la sua formazione. Le infl uenze tedesche,
russe, turche e naturalmente persiane che hanno
caratterizzato la sua infanzia, gli permettono di
accostarsi alla musica di Bach esaltandone il senso di
universalità che la caratterizza. Bahrami si è esibito
in importanti festival pianistici tra cui “La Roque
d’Anthéron”, Festival di Uzés, il Tallin Baroque
Music Festival in Estonia e il Beijing Piano Festival
in Cina, Festival Pianistico Internazionale di Brescia
e Bergamo ed in prestigiose sedi come La Scala di
Milano, la Fenice di Venezia, l’Accademia di Santa
Cecilia a Roma, dell’Accademia Liszt a Budapest e
alla Tonhalle di Zurigo, con Yuri Bashmet e I Solisti di
Mosca al Festival di Sochi e a Stoccarda in duo con
Sabine Meyer. Nato a Teheran si diploma con Piero
Rattalino al Conservatorio “G. Verdi” di Milano,
approfondisce gli studi all’Accademia Pianistica
di Imola e con Wolfgang Bloser alla Hochschule
für Musik di Stoccarda. Si perfeziona con Alexis
Weissenberg, Charles Rosen, András Schiff, Robert
Levin e in particolare con Rosalyn Tureck. Ramin
Bahrami incide esclusivamente per Decca-Universal,
i suoi CD sono dei best seller che hanno scalato le
classifi che pop (L’”Arte della Fuga” è stato studiato
come “caso” di marketing culturale dall’Università
Bocconi di Milano) e riscuotono sempre molto
successo di pubblico e di critica tanto da indurre il
Corriere della Sera a dedicargli una collana apposita
per 13 settimane consecutive. Le sue ultime incisioni
bachiane sono l’Offerta Musicale con le prime parti
dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia di Roma e il
secondo libro del Clavicembalo ben temperato e, nel
giugno 2017, “Bach is in the Air”, l’ultimo album nato
dopo una serie di concerti dal vivo di straordinario
successo con Danilo Rea. Ramin Bahrami ha scritto
due libri per la Mondadori e il terzo per la Bompiani
dal titolo “Nonno Bach”. Bahrami è stato insignito del
premio Mozart Box per l’appassionata e coinvolgente
opera di divulgazione della musica, bachiana e
non solo, inoltre è stato insignito del Premio “Città
di Piacenza–Giuseppe Verdi” dedicato ai grandi
protagonisti della scena musicale, riconoscimento
assegnato prima di lui a Riccardo Muti, Josè Cura,
Leo Nucci e Pier Luigi Pizzi.

Audace improvvisatore dalla spiccata sensibilità
melodica, DANILO REA è certamente uno dei
pianisti che più ha segnato la scena jazz in Italia.
Studi classici, rock e pop infl uenzano la sua
formazione e convergono attraverso il jazz, la sua
vera passione, in uno stile inconfondibile e unico
composto di due ingredienti fondamentali: melodia
e improvvisazione. Appena maggiorenne esordisce
con lo storico Trio di Roma con Enzo Pietropaoli e
Roberto Gatto; parallelamente accompagna come
pianista i più importanti cantautori italiani: Mina
lo vuole prima ancora di Gino Paoli, ed entrambi
gli restano fedeli negli anni, fi no a oggi. Intanto
collabora con Claudio Baglioni, Pino Daniele,
Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo
Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano
Celentano. Il suo talento lo porta ben presto ad
affermarsi anche sulla scena internazionale e a
suonare al fi anco dei più grandi nomi del jazz come
Chet Baker, Lee Konitz, Steve Grossman, Bob
Berg, Phil Woods, Michael Brecker, Tony Oxley, Joe
Lovano, Gato Barbieri, Aldo Romano, Brad Mehldau,
Danilo Pérez, Michel Camilo, Luis Bacalov. Nel
1997, con Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, fonda
“Doctor 3”, il trio che per tre anni riceve il premio
della critica come miglior gruppo jazz, e che per
più di dieci anni lo porta a calcare i più importanti
palcoscenici italiani e all’estero con esibizioni
in Europa, Stati Uniti, Sudamerica e Cina. Nel
2006 è protagonista di un memorabile concerto
al Guggenheim Museum di New York.. Tra le sue
collaborazioni più recenti, i lavori con Gino Paoli con
l’album e il progetto live “Due come noi che…” (2012)
e “Napoli con Amore” (2013). Nel 2014 Danilo fi rma
le musiche per il fi lm “Quando c’era Berlinguer” e nel
2015 quelle per “I bambini sanno”, entrambi per la
regia di Walter Veltroni; nell’estate dello stesso anno
viene presentato in anteprima mondiale a Umbria
Jazz il progetto live a quattro mani con Ramin
Bahrami, omaggio all’imponente eredità musicale di
Johann Sebastian Bach. Dal 27 aprile all’ 8 maggio
2016, attraverso il tour di Umbria Jazz in Cina 2016, i
suoi concerti in piano solo toccano prestigiosi teatri
nelle città di Pechino, Shangai, Qingdao e Canton.
Nel 2016 gli viene consegnato il prestigioso Premio
Vittorio De Sica per la Musica e il Leone D’Oro in
occasione dei China Awards. Nel marzo 2017 riceve
il Diploma Accademico di Secondo Livello Honoris
Causa in Nuove Tecnologie dell’Arte per il profondo
impegno profuso nel diffondere l’arte della musica.
Tra i numerosi premi ricordiamo nel 1999, 2001, 2003
è vincitore con il trio Doctor3, decretato Miglior
Gruppo del Top Jazz Italiano, nel 2005 ottiene come
solista il Diango d’or, nel 2010 Danilo Rea viene
premiato dal referendum Top Jazz come miglior
pianista jazz italiano dell’anno. Vincitore con Paolo
Fresu nel 2010 della 5° edizione dei China Awards e
del Premio Speciale Cultura Capital Elite come “The
Best of Italian Jazz in Shanghai”. Recentemente
defi nito da Thomas Conrad, importante critico della
rivista American Jazztimes, uno dei pianisti più
talentuosi a livello internazionale.

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